“Gli ultimi rinvii della Pfizer gettano ombre preoccupanti sulle tempistiche dei vaccini. Rischiamo di veder slittare tutto il cronoprogramma delle somministrazioni, considerando che i ritardi di queste prime settimane sono già stati importanti. Se le istituzioni europee non trovano il modo d’incrementare subito le dosi, saremo vulnerabili al virus ancora per gran parte del 2021”. Così Federico Gelli, presidente della Fondazione Italia in Salute, in merito alle problematiche emerse recentemente con l’azienda americana Pfizer. “L’Italia si era mossa molto bene, anche rispetto agli altri Paesi d’Europa. Adesso, però, da 80 mila vaccinati al giorno siamo passati a meno di 30 mila. E in diverse regioni assistiamo a un immobilismo forzato, visto che le scorte in magazzino sono destinate ai richiami. Il vaccino è una tutela per la salute pubblica e servono risposte decise, anche in sedi legali: i ritardi sono un fatto grave che non può essere sminuito”.
“La situazione attuale – prosegue il presidente – ha fatto prendere coscienza, come non mai, che vanno diversificate le aziende produttrici, nella speranza che intanto Moderna aumenti la distribuzione e che AstraZeneca ottenga a fine gennaio le autorizzazioni dall’Ema. In attesa delle forniture, ci sono due strade su cui lavorare: la cooperazione interna tra Regioni e il ciclo di richiami. La copertura dal virus è un bene pubblico. E dovrà essere garantita, ora come nei prossimi mesi, attraverso una ripartizione equa su tutto il territorio nazionale. In più, occorre un’organizzazione solida che assicuri nei giusti tempi la seconda dose, senza la quale non si può avere una protezione efficace dal Covid”.